[ITNOG] Dulcis in fundo (era: Re: Namex DOWN ?)

Andrea Costantino costan@amg.it
Mer 16 Nov 2016 12:18:08 CET


Ciao,

non vorrei andare off-topic, ma io ho la sensazione che queste mosse 
di Google siano tutte per promuovere le cache da mettere dentro i nostri 
DC, dove noi paghiamo la corrente, il cooling, gli facciamo local hands 
and eyes, ci sbattiamo la logistica, ripariamo cavi, hd, motherboard 
difettose (ma senza mai guardarci dentro, pena violazione dell'NDA, etc.).

Ci provano ogni tot, hanno progetti apposta e gente pagata per pusharci i 
rack dentro le sale.

Non sono sicuro perche' la memoria e' fallace, ma credo di aver 
partecipato ad una riunione con il management dell'ISP con cui lavoro e la 
persona di Google che ha parlato a ITNOG2, che - indovinate un po' - ci 
voleva appizzare le cache anche subito.

Abbiamo declinato perche' il cliente vuole che chiunque metta roba nel DC 
compili il lasciapassare 37A delle 12 fatiche di Asterix, solo un po' piu' 
complicato.. e quindi subito "peering in ogni dove", poi pero' neanche 
loro sanno le loro regole.. peeringdb, dammi le rotte, gira la ruota, 
compra la vocale, no abbiamo scherzato..

Cio' detto, direi che come in passato, siamo noi a dover guidare, e gli 
altri ad adeguarsi. Se non ci fosse caldera saremmo ancora all'eta' del 
bronzo, tecnologicamente parlando..

Quindi, senza pregiudizi, trovare soluzioni complementari (ed alternativa 
in ottica di Disaster Recovery) a MIX, e alla concentrazione di player in 
Caldera e' cosa certamente buona.

Poi se uno ha il DC in Caldera e ne ha uno solo, potra' valutare se questa 
cosa porta o meno benefici alla sua realta', ma in senso "globale" non 
puo' che essere un bene per lo sviluppo di tutti e anche del paese.

Ciao,
A.




On Wed, 16 Nov 2016, Giorgio Bonfiglio wrote:

> Se Google intende spostarsi completamente, rete compresa, da Caldera, allora lo vedo molto irrealistico e se ne renderanno presto conto. Se vogliono spostare tutta la parte di colocation, per “agganciarla” poi a due pop di rete (in Amazon li chiamiamo Transit Centers) allora lo trovo ragionevole e sensato, o mi sbaglio?
>
> Soprattutto in vista di prospettive di crescita che Caldera non puo’ in nessun modo coprire.
>
> Per evitare che lettori inesperti fraintendano nuovamente, dovremmo stare molto attenti a distinguere d’ora in avanti tra;
>
> - MIX e altri IX
> - Caldera come NAP (dove per NAP intendo attivo, passivo)
> - Caldera come colocation facility
>
> Giorgio
>
>> On 16 Nov 2016, at 08:49, Marco Marzetti <marco@lamehost.it> wrote:
>> 
>> Antonio,
>> 
>> Ovviamente non posso parlare per Google, ma mi pare irrealistico per
>> chiunque fare gorssi volumi fuori da Caldera ora, ma anche in futuro.
>> In una mail precedente hai detto che ci vorranno 5 anni perche' ci sia
>> un'alternativa possibile: concordo, ma aggiungo che non sara'
>> un'alternativa, ma una soluzione complementare.
>> 
>> Caldera e' e sara' sempre il campus d riferimento in Italia.
>> 
>> Ritornando un secondo su Google: *CREDO* che il loro approccio sia
>> ottenere il massimo ritorno da un investimento ragionevole, quindi
>> inseguire gli eyeball qua e la non e' una soluzione percorribile.
>> Sottolineo di aver detto *CREDO*.
>> 
>> 
>> 
>> 2016-11-16 9:30 GMT+01:00 SEEWEB - Antonio Baldassarra <antoniob@seeweb.it>:
>>> Salve Marco,
>>>> Il giorno 16 nov 2016, alle ore 09:03, Marco Marzetti <marco@lamehost.it> ha scritto:
>>>> 
>>>> Piuttosto che criticare, vorrei provare a capire perche' per Google (e
>>>> per quanto posso vedere anche per altri esteri) Caldera sia un'unica
>>>> entita' e non un gruppo di molti.
>>> Da un certo punto di vista è comprensibile, sia perché il loro punto di osservazione è lontano e quindi la loro “definizione” di osservazione non è poi  così spinta sia perché, diciamoci la verità, è un tipo di messaggio che “noi” che siamo in caldera chi più chi meno ha costruito in qualche modo girando attorno al concetto di “caldera datacenter” più che sul brand della propria azienda.
>>> Quindi occorre l’onestà di tutti di ammettere che siamo “parte del problema”.
>>> 
>>> Ciò detto io la questione che critico di Google è l’idea di “spostarsi” da Caldera per risolvere i problemi che ha patito. Avrei ritenuto “normale” che Google cercasse una ridondanza in giro per l’Italia studiando anche le architetture delle varie reti, primi tra tutti quelli che raccolgono gli eyeballs che mi aspetto siano il loro target primario. Oggettivamente non mi è parso che questa fosse la posizione dal che deduco che tra noi (o almeno io) e Google c’è una visione molto distante su questioni che prescindono dal fatto che gli piova o meno in testa ma legate ad aspetti tecnici e di topologia delle reti.
>>> Uno di noi sbaglia, è possibile che sia io (spero in compagnia di qualcuno) ma sarebbe utile capire chi in maniera da convergere tutti sulla soluzione ottimale.
>>> 
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>>> --
>>> Antonio Baldassarra
>>> antoniob@seeweb.it
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>> Marco
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