[ITNOG] Dulcis in fundo (era: Re: Namex DOWN ?)

Giuliano Peritore g.peritore@panservice.it
Mer 16 Nov 2016 09:56:11 CET


Riporto sul tema una breve storiella che mi è accaduta in altro contesto.

Qualche anno fa in un evento associativo/politico svoltosi dalle mie parti un relatore suggerì che era opportuno "promuovere il turismo della borghesia cinese a Latina"... la risposta di un altro relatore fu "per un cinese sul mappamondo l'europa è un punto, già dobbiamo essere contenti se vengono in Italia e tu gli vorresti spiegare che se zoomano parecchio sulla cartina trovano il Lazio e zoomando ancora trovano Latina ?  Ma non scherziamo.".

Non vorrei quindi che il problema sia proprio di "definizione" e di visibilità dal punto di osservazione.  A chi deve guardare il mondo forse risulta un po' difficile capire le peculiarità all'interno di un "punto" sulla cartina.  Criticabile ? Forse.


Lo dico da operatore "distante" da Milano... quello che in venti anni ho SEMPRE sentito dire è "sto in Caldera".. da chiunque sta a Mix, in Avalon, in Ginevra, KPN, ecc. ecc.   Altre sale, invece, non si sentono mai citare.. anche se si sa che ci sono... e sono sicuro che alcune neanche le conosco pur "vivendo" da venti anni in questo settore, sia come operatore che come membro di associazioni.

Forse il problema è "Caldera", che viene citato come se fosse un'entità (organizzativa, giuridica, altro) ma che in realtà non esiste giuridicamente... essendo solo un luogo geografico.  Se ci guardiamo indietro, potrei sbagliare, si è iniziato a parlare di Caldera quando altre infrastrutture hanno iniziato ad affiancarsi a Mix... prima era solo "Inet" ... o "MIX", dopo si è iniziato a parlare di Caldera.

Commercialmente molti soggetti che sono in housing presso un DC di Caldera preferiscono "giocare con le parole" e dire una cosa fuorviante, forse scorretta, per quanto vera, "sto in Caldera".

E da qui, da questa terminologia "marketing", nasce tutta la confusione.


Forse un po' più di "identità" del singolo ci starebbe bene.  Non ho mai visto una cartina pubblica di caldera con l'elenco dei datacenter presenti, che andrebbe a vantaggio di tutti.


Probabilmente quindi, stiamo parlando del nulla.  E se a Bologna si fosse detto "caldera" per citare una sala specifica ?

Inizio a pensare che la dicitura "Caldera", che fino ad oggi è stata utile commercialmente, stia iniziando a diventare un problema da gestire, visto che in alcuni casi mi pare di percepire che si tenda a difendere più Caldera della propria infrastruttura localizzata nel campus di via Caldera.


Vorrei anche ricordare che a Bologna "noto OTT" non ha parlato di abbandonare Caldera ma di trovare un punto di ridondanza da affiancare all'attuale presenza in Caldera (volendo dire altro ?) a seguito di problematiche avvenute.

Per concludere io non lo vedo un attacco a Caldera, ma solo una tollerabile imprecisione, che è esattamente lo specchio di un modo abituale di definire quel luogo.

Probabilmente basta solo un po' di ordine nella terminologia, non solo quella sui siti web e sulle brochure, ma anche in quella delle conversazioni fra operatori e commerciali.

G



----- Messaggio originale -----
Da: "SEEWEB - Antonio Baldassarra" <antoniob@seeweb.it>
A: "Marco Marzetti" <marco@lamehost.it>
Cc: itnog@lists.itnog.it
Inviato: Mercoledì, 16 novembre 2016 9:30:15
Oggetto: Re: [ITNOG] Dulcis in fundo (era: Re: Namex DOWN ?)

Salve Marco,
> Il giorno 16 nov 2016, alle ore 09:03, Marco Marzetti <marco@lamehost.it> ha scritto:
> 
> Piuttosto che criticare, vorrei provare a capire perche' per Google (e
> per quanto posso vedere anche per altri esteri) Caldera sia un'unica
> entita' e non un gruppo di molti.
Da un certo punto di vista è comprensibile, sia perché il loro punto di osservazione è lontano e quindi la loro “definizione” di osservazione non è poi  così spinta sia perché, diciamoci la verità, è un tipo di messaggio che “noi” che siamo in caldera chi più chi meno ha costruito in qualche modo girando attorno al concetto di “caldera datacenter” più che sul brand della propria azienda.
Quindi occorre l’onestà di tutti di ammettere che siamo “parte del problema”.

Ciò detto io la questione che critico di Google è l’idea di “spostarsi” da Caldera per risolvere i problemi che ha patito. Avrei ritenuto “normale” che Google cercasse una ridondanza in giro per l’Italia studiando anche le architetture delle varie reti, primi tra tutti quelli che raccolgono gli eyeballs che mi aspetto siano il loro target primario. Oggettivamente non mi è parso che questa fosse la posizione dal che deduco che tra noi (o almeno io) e Google c’è una visione molto distante su questioni che prescindono dal fatto che gli piova o meno in testa ma legate ad aspetti tecnici e di topologia delle reti.
Uno di noi sbaglia, è possibile che sia io (spero in compagnia di qualcuno) ma sarebbe utile capire chi in maniera da convergere tutti sulla soluzione ottimale.


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Antonio Baldassarra
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