[ITNOG] R: Namex DOWN ?

[Giorgio Bonfiglio]

On 13/11/2016 12:28, Corrado Del Po wrote:
> 3) gli OTT non si spostano o lo fanno con molta fatica per via dei 
> rischi e degli investimenti necessari per spostare le interconnessioni;
Parli di POP di rete o datacenter degli OTT? So che sia da un lato che 
dall'altro qualcosa si sta muovendo, soprattutto per la seconda parte, 
perchè in Caldera non c'è più spazio nemmeno per la sede distaccata base 
di un qualunque OTT (sembra che per meno di 200 rack non firmi nessuno).

Altro discorso per la rete, interconnessioni dirette sono praticamente 
possibili solo su Caldera, ma sono convinto che per grossi numeri i 
carrier aprano volentieri gli anelli per infilarci dentro cose diverse 
da Caldera.
> 4) l'affidabilità dei data center e delle reti sono un requisito 
> essenziale per il sistema e quindi più aumenta e meglio è; certo se 
> aumenta anche la distribuzione geografica meglio ancora.
Non sono totalmente sicuro della prima: la replica geografica sta 
diventando sempre piu facile (sia per le enterprise, con i netapp che 
replicano in WAN, che per le realtà più evolute, con Galera che replica 
anche in async).

Per fortuna anche da noi dopo il successo temporaneo di INET BF2 è 
sparita l'idea di super datacenter inaffondabile, anche se qualcuno in 
questa lista non sembra essere della stessa opinione.

Giorgio
>
> Il giorno dom 13 nov 2016 alle 13:05 Ferretti Antonio 
> <antonio.ferretti@tisparkle.com 
> <mailto:antonio.ferretti@tisparkle.com>> ha scritto:
>
>     Ciclicamente ci si "scandalizza" per il down di questo o
>     quell'ente/apparato/IXP, tirando in ballo resilienza della rete,
>     tollerabilità ai fault, sicurezza...
>
>     Però poi si verificano situazioni come quelle che citava Google ad
>     ITNOG in cui, loro non possono neanche pensare di mettersi da
>     un'altra parte, tanto la maggior parte della gente continua ad
>     andare nelle solite location... e di sicuro il rischio di andare a
>     colonizzare altri DC se lo vogliono concedere fino ad un certo
>     punto conoscendo l'ecosistema italiano
>
>     La sicurezza assoluta non esiste, e lo sappiamo bene (per
>     l'appunto a volte potrebbero bastare poca formazione e un bel paio
>     di forbici nel punto giusto.. il resto lo fa Murphy), ma se
>     piuttosto cominciassimo a diversificare davvero? (verificando che
>     ogni cosa sia realmente indipendente dalla prima che magari ho già)
>
>     Ok ci sono gli aspetti economici che fanno da contro, però come ho
>     letto prima, o il servizio è realmente critico oppure dopo mi
>     lamento fino ad un certo punto... (altrimenti poi si spiega come
>     la clientela finale voglia il servizio super affidabile, veloce e
>     auto-configurante a meno del sottocosto)
>
>     Come suggeriva Marco Marzetti, qui mi pare un ottimo mezzo di
>     comunicazione per cose di questo tipo (veloce e facile), magari in
>     aggiunta TW, ma non andrei ad aggiungere troppi altri mezzi.. alla
>     fine, l'importante è che il guasto si risolva e non dove
>     cercarlo... Poi siamo in una comunità... Dite la vostra che io ho
>     detto la mia :-)
>
>     ---
>     Ciao,
>     Antonio
>
>
>     --
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Giorgio Bonfiglio
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