[ITNOG] Namex DOWN ?

SEEWEB - Antonio Baldassarra antoniob@seeweb.it
Dom 13 Nov 2016 11:19:27 CET


Interessante discussione scaturita dal down di Namex

Intanto mi pare il caso di ricordare che l’idea iniziale della rete internet era proprio quella, in contrapposizione con quelle che erano le reti legacy, di non interessarsi in particolare della “qualità” di ogni singolo SPOF gestendo la cosa attraverso la ridondanza distribuita, possibilmente a grande distanza.  
Problematiche di latenza a parte questa rimane ancora l’uovo di colombo sebbene, per mille piccole convenienze ognuno di noi parla d’altro e tutti siamo sedotti dal “super datacenter inaffondabile” concetto che, già 50 anni fa, avevano stabilito come impossibile ed inopportuno da realizzare.

Non per fare pubblicità (della quale non ha bisogno) ad un mio concorrente ma se, nell’immediato futuro, avremo una preponderanza di approccio di tipo serverless computing avremo eliminato “by design” il concetto di Spof direttamente a livello applicativo (come è giusto che sia). In queste condizioni non avrà più senso parlare di datacenter tier IV  (che nessuno dei big impegnato in questa corsa, giustamente, ha o ha pianificato).

Ora la rete che, alla fine, serve per interconnettere utenti tra loro con qualche utente “più importante di altri” non può che evolvere allo stesso modo.

Si è spento il Namex?  Ok, la mia posizione è: “lo deve fare”, piuttosto andiamo ad analizzarne l’effetto nelle varie reti di OTT/Telco/ISP/Cloud ecc ecc. Questo interessa.

Personalmente farei una “prova di spegnimento” di Namex, Mix e dei vari “core pop” di ognuno di noi almeno un paio di volte l’anno per correggere i difetti di ridondanza a livello globale.
Spegniamo Avalon (o tutta infracom) e vediamo che succede, questo ha senso.  A livello di rete non dovrebbe succedere nulla se la topologia è quella giusta ed il capacity planning è ben fatto.
Questo *CI* compete secondo me.

In Infracom (è un esempio, potrei dire anche Caldera Seeweb) ci sono poi dei servizi non ridondati geograficamente? 
Non è un problema delle due l’una:
a)sono servizi non critici che se si spengono non fa niente
b)sono dei servizi critici mal gestiti a livello di design

Sono rimasto alquanto sconcertato per esempio dello speech di Google a itnog2 che dichiara di aver impostato tutto il suo gate per l’italia su Avalon (nemmeno Seeweb in preda al risparmio più sfrenato lo farebbe, giusto per dire) e poi si lamenta che gli è piovuto in testa e non aveva l’ombrello al momento. 
E che pensa di “Migliorarlo” spostandolo in giro per il milanese; oltretutto Google sa benissimo che se duplica l’infrastruttura su Roma (Palermo ??)  (cosa sensata visto anche come è fatto il paese) poi saranno tutti gli altri ad adeguare di conseguenza le reti.
 
> Il giorno 13 nov 2016, alle ore 02:04, Marco d'Itri <md@Linux.IT> ha scritto:
> 
> Il secondo è che fare riferimento a una unica entità chiamata "Caldera" 
> come single point of failure significa necessariamente una di queste 
> cose:
> - temere un attacco (para-)militare catastrofico che abbia lo scopo di 
>  distruggere i diversi punti di ridondanza
> - avere progettato la propria rete creando dei SPOF
> - non conoscere il campus

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Antonio Baldassarra
antoniob@seeweb.it





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