[ITNOG] costi dei principali IX italiani ed europei

Maurizio Goretti m.goretti@namex.it
Mer 3 Mar 2010 11:37:10 CET


	Ciao Ricky e tutti

Il giorno 03/mar/2010, alle ore 01.51, Riccardo Losselli ha scritto:

> Ciao Antonio =)
> 
>> Per dirla tutta per me un modello possibile è anche quello di un IX che
>> evolve verso una telehouse spostando su questa le revenues, al limite
>> regalando il centro stella (che poi è esattamente il punto da dove si è
>> partiti :-) ).
> 
> E' un modello che esiste gia', e purtroppo si sa anche come gira (o come lo si sta facendo girare).. quasi tutti gli IXP statunitensi hanno una struttura del genere, e sinceramente il loro successo (in tutti i sensi) come IXP e' MOLTO lontano da quelli europei.
> Non mi piacerebbe (e probabilmente non piacerebbe a nessuno, se analizzi i pro e i contro) francamente che si creasse una situazione del genere in europa.. anzi.. ne starei ben lontano =)
> 


Io penso che anche su questo punto l'Europa sia un caso a parte rispetto agli Stati Uniti; l'Europa degli IXP si è sempre contraddistinta per avere molte realtà "member based" dedicate al governo dei punti di interscambio. 
Mentre negli Stati Uniti gli IXP nascono all'interno di aziende il cui scopo primario è quello di essere delle macchine per fare soldi, in Europa, ed ancor più in Italia, vengo di solito gestiti da organizzazioni di "ISP"  senza fini di lucro, siano essi Consorzi come noi di NaMeX, srl come MIX o estensioni di progetti "pubblici" come TOPIX o TIX.
I servizi ed le tariffe vengono decise, almeno in linea di principio, da organi che i consorziati (o gli associati) possono controllare. 

Detto questo non vedo pericoli nel fatto che le nostre realtà possano "virare" su un servizio che potrebbe assomigliare sempre di più ad una telehouse a patto che la decisione venga presa sotto il cappello di un consorzio (o società o pubblica amministrazione) senza fini di lucro ed il cui scopo primario sia quelli dare maggiori opportunità ai suoi consorziati.

Ad esempio: a Roma non abbiamo una telehouse indipendende dai carrier che non sia quella dove ci troviamo adesso: un consorzio Universitario, il CASPUR, che gestisce il Data Center a livello Carrier Grade (a differenza di Sara e Nikhef....;-) ). 
Se però fossi un operatore e fossi a Milano mi sentirei molto più tutelato se i miei apparati fossero al Mix piuttosto che al Telecity; mi andrebbe bene che magari Mix usasse Telecity come estensione della LAN, ma vorrei sempre una governance di "operatori internet" al controllo del punto di interscambio, piuttosto che una associazione privata a fini di lucro. 
E' la storia della larga maggioranza dei grandi IXP europei (DECIX a parte, forse) e che vede realtà no-profit e member based alla guida dei punti di interscambio (a proposito se siete interessati all'argomento il sito della associazioni dei punti di interscambio, Euro-IX, è un ottima fonte di informazione, https://www.euro-ix.net ). 

Detto questo, quello che pensiamo di vedere noi da Roma è che la "virata" è in atto. Negli ultimi due anni abbiamo sempre più richieste per la sala di interconnessione piuttosto che per il peering IP, con relativa richiesta di housing per gli apparati.
Pur non volendo confondere mele con pere, è una realtà che gli ISP consorziati chiedono sempre meno mele e sempre più pere. In realtà oltre a chiederci i due frutti principali ce ne chiedono molti altri, alcuni non troppo dissimili, come l'interconnessione per la compravendita di traffico internet, ed altri più esotici, come l'interconnessione verso AMS-IX.

Di fatto siamo sempre di più un posto dove "le reti si incontrano" e si interconnettono in vari modi e per vari scopi e sempre di più tendiamo a chiamarci "punto di interconnessione" piuttosto che "punto di interscambio"

L'obiettivo principale che cerchiamo di mantenere è quello di essere un facilitatore di  opportunità per aziende che si consorziano.
Il secondo obiettivo è che il consorzio sia in grado di autosostenersi economicamente. 
Su questi elementi determinano i servizi e le relative, che sono dettate da una logica di servizio e non di profitto. 

E' una logica semplice e che vorremmo sempre cercare di applicare per fare in modo che questi tipi di progetti rimangano sani e tali da offrire servizi realmente utili ai propri consorziati.


Un saluto a tutti, 
	Maurizio.


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